
Giornata nazionale degli assistenti scolastici

Vi giro un comunicato scritto da una nostra collega .
Stamattina un nuovo capitolo di quella che ormai sembra una farsa ai danni degli assistenti ai bambini con disabilità.
Alla coop. Roma 81 si fanno le ore piccole e si ricomincia prima dell’alba.
Ne avremmo fatto volentieri a meno, a sapere che la velocità a scrivere email sarebbe stata direttamente proporzionale alla gravità del loro contenuto.
Dopo la vicenda di ieri della scuola Centroni, durante la cui giornata le colleghe hanno prestato regolare servizio fino all’ultimo minuto del loro orario, si sono svegliate stamattina con una comunicazione di non presentarsi a scuola.
La dirigente e la cooperativa stanno compiendo abusi inaccettabili.
Alle lavoratrici della cooperativa sociale Roma 81 ieri dopo l’assemblea sindacale regolarmente richiesta dalle ore 8.00 alle ore 11.00, non è stato permesso di entrare a scuola all’orario stabilito, sono stati messi sotto sequestro i loro registri firme, minacciando di essere messe sotto controllo costante e convocate dalla preside per un incontro.
Oltre a questo la scuola minaccia di inserire un’assenza ingiustificata e gli attribuisce responsabilità legale per l’assenza di stamattina.
È una cosa gravissima.
Oltretutto perché gli AEC/OEPA non sono dipendenti della scuola ma personale esternalizzato.
Il comportamento antisindacale della scuola, si aggiunge ad una situazione altrettanto grave che stanno subendo gli AEC/OEPA dipendenti di Roma 81 che ieri erano in presidio davanti al municipio VII a Cinecittá perché non gli sono state retribuite malattie, permessi ed allattamenti da parte della Coop, oltre a non avergli fornito dispositivi di protezione adeguata, (mascherine, visiere ecc) né visite mediche.
In un periodo di pandemia dover elomosinare un diritto come quello della malattia, dei dispositivi per proteggere sé stessi e gli altri oltre ai tamponi, è vergognoso!
Pretendiamo di ricevere un salario adeguato, di lavorare in sicurezza per noi stessi e per i bimbi che seguiamo e di essere rispettati per la professionalità che ogni giorno mettiamo nel difficile compito dell’inclusione dei bambini con disabilità!
Ho ascoltato attentamente il suo messaggio, un messaggio atteso da tanti, e quindi atteso da quelli come me, ASSISTENTI EDUCATIVI CULTURALI, più semplicemente siglati come AeC.
Vede cara Ministro, noi siamo gli invisibili della didattica, ma creda, infinitamente utili quando si parla di bambini disabili.
Noi siamo quelli in prima linea, nell’integrazione, nella socializzazione del bambino.
Siamo il ponte tra le loro difficoltà e la soluzione sociale interattiva.
Lavoro da 20 anni, con tanto amore e dedizione, lavoro 35 ore a settimana per poco più di 1000 euro.
Ma amo il mio lavoro, amo accogliere i miei bimbi la mattina a braccia aperte, amo asciugare le loro lacrime, e consolarli di fronte alle piccole ma grandi difficoltà giornaliere…
Studio e invento strategie educative con laboratori, materiale che acquisto a mie spese, impiego del tempo familiare prezioso a reperire e preparare materiale per il mio lavoro.
Vede, caro Ministro, lei si è rivolta agli insegnanti di sostegno, preziosissimi nella didattica, ma non ha speso neanche una parola per noi, gestiti da cooperative e piccole società, sempre in bilico per il rinnovo dei contratti, precari a vita….
Ho 60 anni, e avevo smesso di sperare che prima o poi saremmo diventati parte integrante del corpo docente.
Forse, alla luce di questa pandemia, con il pericolo del contagio e della perdita dello stipendio, mi sono illusa che qualcosa cambiasse.
Aspettavo il suo messaggio con trepidazione e una punta di speranza, ma, per noi, gli invisibili della scuola, neanche una parola.
Ma sa, Ministro, quando tutto sarà finito, io sarò a scuola, più precaria che mai, ad accogliere i miei bambini con l’amore di sempre.
Spero che queste mie parole possano dar seguito ad un dialogo con noi lavoratori
Mi chiamo Marina Renzi e sono una semplice AeC. che lavora in una scuola dei Castelli Romani in provincia di RM
Ritengo che la figura dell’AEC o OEPA , figure professionali che si occupano della disabilità all’ interno della scuola, debbano prendere coscienza che è in atto una rivoluzione , che non sia intesa come una lotta di piazza o uno scontro sociale ma bensì una rivoluzione culturale che punti ad intraprendere un nuovo percorso e di stile di lotta. Sono convinto che per ottenere un cambiamento vero, occorra fare un salto di qualità nelle proposte, che includa aspetti come professionalità, salvaguardia dei livelli occupazionali, rispetto dei diritti e non ultimo il riconoscimento della figura dell’ Assistente Educativo Culturale come figura essenziale e collaborativa all interno del comparto scuola. Un salto di qualità che metta il MIUR con le spalle al muro assumendosi la responsabilità di assunzione del servizio a fronte di una condizione lavorativa e di impiego sempre piu’ controproducente per tutti ed in particolare per i bambini che seguiamo (responsabilità che ha voluto sgravarsi esternalizzando un servizio primario ed importante, al punto da lasciare ad altri organismi scelte importanti come l’ inclusione). Occorre fare ordine e chiarire definitivamente il ruolo dell’ AEC, affinchè l’inclusione diventi un processo educativo reale e non un elemento di secondo piano. Un processo fondamentale ed di estrema importanza per una crescita sana dei nostri bambini e di tutte le dinamiche all’interno della scuola.
E’ arrivato il momento di prendersi la responsabilità dei nostri fallimenti passati, aprendo lo sguardo ad un futuro diverso che ci porti a superare le divisioni di parte . Bisogna prendere coscienza che il nostro lavoro implica passione, affabilità ,resilienza, ed empatia e con una visione a 360° su tutte le dinamiche che incidono al processo d’ inclusione del bambino.
Pertanto ritengo che sia molto importante che venga stretto un patto di lotta fattibile, ma soprattutto credibile, con tuttii colleghi delle altre città . Se usciamo dalla logica della ghettizzazione e dell’appartenenza a sindacati di turno o al gruppi politici d interesse,forse arriveremo alla meta prefissa altrimenti siamo destinati alla sconfitta perenne.
Contributo di un AEC /OEPA
Assistenti alla Comunicazione, ovvero coloro che si occupano della disabilità nella scuola
In questi due mesi di chiusura scuola, ho letto di tutto e di più, è molto grave l’abbandono da parte delle istituzioni scolastiche della disabilità, per tanti motivi di ordine pratico. Ma non ho mai letto della situazione drammatica in cui versano e verseranno gli AEC a fine settembre con la chiusura della scuola .
Realizzato da Piero